La vita ogni tanto prende la forma di una lotta…

Posted by on Lug 2, 2017 in Blog

 

La vita ogni tanto prende la forma di una lotta, ma non è mai una lotta contro qualcosa di esterno, è sempre una lotta con se stessi.

Gli eventi che viviamo ci pongono innanzi a nostre difficoltà personali: diverse persone reagiscono in modo diverso alle stesse esperienze. La diversità dei comportamenti, dei pensieri e delle emozioni, è legata a un funzionamento profondo della persona sicché, quello che ci accade, risulta essere solo il dito che va a porsi sopra la piaga. Se la piaga non ci fosse, il dito non potrebbe più che solleticare la nostra pelle.

Non ti dimenare quindi contro il mondo, esso non è che il tuo riflesso. Fra tutti i mondi possibili quello che tu vivi è quello aperto dalle conseguenze dei tuoi pensieri, dei tuoi comportamenti, delle tua azioni e non-azioni. Se tu cambi, il mondo cambierà con te, anche se con maggior lentezza. Non ti aspettare rapidi cambiamenti, solo gli sciocchi pensano che cambiare se stessi sia facile e rapido. Poniti con il giusto distacco a osservare te stesso e il tuo mondo e, quando ci cadi dentro, permettiti la sofferenza che vivi perché, essa, è parte di te, e non è scappando che te la lascerai alle spalle.

Lottare non significa sforzarsi di essere diverso, significa poter accogliere quello che si sta vivendo, ogni volta che lo si vive. Permettersi di ascoltarsi e prendersi il tempo per stare in contatto con le proprie sensazioni, dargli voce e parole… e mentre le si pronunzia essere attenti ad ascoltarle perché esse non siano solo uno sfogo ma un indizio che possa condurre a se stessi.

Non è il mondo a dover cambiare, siamo solo noi, con il nostro cambiamento, a poter cambiare il mondo. Non cambieremo se indirizzeremo la nostra lotta verso uno dei tanti nemici che possiamo incontrare sulla strada della vita se non comprenderemo come esso ci conduca a considerare un qualche aspetto di noi stessi. Dobbiamo chiederci quale difficoltà, nostra difficoltà, ci pone innanzi tale esperienza o accadimento, in quale piaga ci tocca…

Dobbiamo imparare a conoscerci se vogliamo prenderci cura della nostre piaghe, dobbiamo imparare ad Amarci nelle nostre difficoltà e debolezze, perché solo questa possibilità di accoglierci ci permetterà di vederle. E poi… e poi dobbiamo imparare a starci a contatto sino  a riconoscere come i nostri vissuti e le nostre paure, e quindi la nostra profonda idea di noi stessi, condizioni automaticamente, e senza sforzo alcuno, ogni nostra azione, mentale e non. 

Non siamo così Liberi come ci diciamo, non siamo in una democrazia e non lo saremo sino a che, i mezzi di informazione, non cercheranno di accrescere la possibilità di un pensiero riflessivo piuttosto che perseguire il condizionamento del pensiero per fini egoici, siano essi il denaro, il potere, il riconoscimento o l’affermazione di sé. Il problema è che gli stessi media, rispondendo alle regole del marketing, ci forniscono il mezzo per la soddisfazione dei bisogni indotti che noi stessi perseguiamo attivamente. Diviene quindi solo parzialmente utile scagliarsi contro i mezzi di informazione. La verità è che non saremo mai Liberi se non inizieremo a diventare consapevoli di come perseguiamo, in primis noi stessi, finalità legate alla sussistenza di un equilibrio profondo inconsapevole, piuttosto che alla Libera espressione di ciò che veramente siamo. Possiamo perseguire la soddisfazione di bisogni indotti, oppure impegnarci per riconoscere il nostro vizio e diventare persone migliori, o meglio, Serene.

Il difficile cambio di prospettiva che ci spetta, se vogliamo aiutare noi stessi e il mondo a evolvere nella direzione della Serenità, è quello che sposta l’accento dall’esterno come causa di ciò che siamo, all’esterno come conseguenza del “livello di consapevolezza” che abbiamo raggiunto. Non siamo cinti da una vita stressante e monotona perché la società è quello che è. Stiamo vivendo una vita frustrante perché i nostri comportamenti, pensieri, azioni ed emozioni, ci hanno condotto a vivere esattamente quella vita che stiamo vivendo. I comportamenti, i pensieri, le azioni e le emozioni, sono espressione del nostro funzionamento profondo e, se non riusciamo a comprenderci da questo punto di vista, ben difficile sarà ottenere un cambiamento a un livello più superficiale (quello appunto dei comportamenti, dei pensieri e delle emozioni).

Non sono i successi o gli insuccessi ad averci reso quello che “siamo”, è quello che “siamo” ad aver causato quei successi e quegli insuccessi e, ancor meglio, ad avergli dato significato e forma. Viviamo quotidianamente la riproposizione di un nostro collaudato equilibrio che mantiene stabile la visione di noi stessi e del mondo. Per quanto possiamo soffrirne ci aggrappiamo a quello stesso equilibrio perché esso è comunque riparo di fronte a ciò che ci portiamo dietro e che vorremmo lasciarci alle spalle. Così facendo siamo obbligati a non poterci voltare, a non poterci fermare, a non poter cambiare direzione… se non vivendo una sofferenza e un intento che ci permetta di farlo. 

Sta a noi, e solo a noi, scegliere di cambiare strada, di affrontare noi stessi, di voltarci e farci degli “agguati” che permettano di spostare il nostro equilibrio. La crisi non è luogo da evitare ma da abitare con calma e pazienza: senza crisi non vi è cambiamento. Accogli quindi le tue crisi e cerca di comprenderti partendo da esse perché, se è vero che la vita spesso prende la forma di una lotta, è anche vero che quella stessa lotta, se combattuta con umiltà e perseveranza, sfocia in dolci attimi di Serenità e consapevolezza che illuminano la strada, preparandoci a un nuovo buio…

Ma non è il buio a doverci spaventare, è solo grazie ad esso che si può cogliere il brillare delle stelle… Perché dovremmo averne paura?