Dialoghi con il maestro 1

Posted by on Dic 5, 2016 in Blog

saggio

 

“Maestro è difficile il cammino che tu insegni. Riconoscersi nelle proprie difficoltà, nel proprio profondo non sentirsi adeguato, valido, provoca un dolore che bagna gli occhi di lacrime. Ho sempre visto il piangere come un gesto da deboli e non voglio permettermelo. Non voglio più soffrire. Nella mia vita ho perseguito ricchezze e titoli, ho dimostrato al mondo il mio valore e adesso, di fronte a te e alle tue parole, vorrei uscire da questa grotta e allontanarmi da tutto quello che mi conduce a sentirmi ancora quel bambino che aveva paura del buio, del mostrarmi in mezzo ad altri. La vergogna e la difficoltà sono due ancelle che mal si addicono a una persona come me che ha saputo scalare le vette più alte e diventare un oratore dalle cui labbra il popolo pende come un debole insetto intrappolato nella trama della retorica.”

“Non è il riconoscerti in quello che senti che ti provoca dolore ma il tuo viverti profondamente come inadeguato che ti lacera, ancora oggi, il cuore. Dove ti ha condotto il tuo mostrarti forte, il nascondere le tue lacrime e la tua vergogna dietro imprese e onorificenze? Null’altro che in questa grotta di fronte al mio cospetto a chiedere aiuto per superare i tuoi demoni! Null’altro che a sentirti il bambino sbagliato e incapace che ti sei sempre sentito! Coprire il proprio dolore, allontanarsi da esso attraverso la dimostrazione del suo contrario non può far altro che alimentare la propria schiavitù da un riconoscimento esterno che mai placherà la tua sofferenza. Se sei tu ad alimentare il fuoco non basterà tutta l’acqua di questo pianeta a spegnerlo. Non cercare di spegnere quello che brucia in te, riconoscilo nella sua essenza, accettalo e renditi consapevole di come quella nefasta visione di te è scaturita da una interpretazione errata di ciò che hai vissuto. Non ne hai colpa, non potevi comprendere il mondo e te stesso negli anni in cui ancora dovevi imparare a sentirti qualcuno. Il nostro corpo e la nostra mente evolvono automaticamente facendo propri quegli eventi che ti trovi a esperire in un modo unico. Tu, o meglio, quello che credi di essere, è solo l’esito inconsapevole di questo processo. Le tue convinzioni profonde non sono la verità ma soltanto l’espressione di ciò che hai vissuto, e fatto tuo, al di fuori della consapevolezza. Se non te ne appropri come potrai mai lasciarle andare?! Non coprirle o nasconderle, accoglile. La bilancia del proprio amore non si equilibra ponendo un ugual peso sul piatto opposto, l’unico modo che hai per sentirti ciò che veramente sei, ovvero un essere umano di per sé meraviglioso, è quello di vanificare il peso della sfiducia in te stesso. Non porre un peso sul piatto opposto, divieni consapevole e Presente a come la sfiducia si è creata erroneamente in te, comprendi la sua natura illusoria e lasciala andare. Il tuo valore non è qualcosa che devi dimostrare, il tuo valore è già nella tua essenza.”

“Comprendo le tue parole ma difficile è la strada che esse pongono innanzi al mio piede. Nella mia vita ho sempre cercato di porre l’accento su ciò che mi veniva facile e mi rendeva velocemente felice. Se il mio piede incappava in un ostacolo ho sempre cambiato strada così da aggirarlo. Mi è stato insegnato a guardare il lato positivo delle cose e a non indugiare nella mia debolezza e sofferenza. Ho paura di perdermi in essa e tornare ad essere quel ragazzino che si vergognava per il proprio aspetto.”

“Tu non sei quel ragazzino, tu sei un uomo e il miglior augurio che possa farti è proprio quello di perderti. Solo chi si perde potrà ritrovarsi, solo chi si affronta potrà vincersi. Dirigi la prua della tua barca verso il mare aperto e non temere la tempesta: è grazie ad essa che imparerai a governare la tua barca, che ti renderai conto della tua forza e della tua volontà. Finché rimani in porto continuerai ad affogare la tua frustrazione nelle splendenti merci del mercato, diventerai forse più ricco, possederai forse più oggetti, avrai forse un migliore aspetto che ti farà vergognare meno quando camminerai per il porto… ma ogni volta che ti troverai solo a specchiarti nel firmamento della notte sentirai sempre i tuoi demoni urlare. Per quanto proverai a segregarli nelle più remote segrete del tuo palazzo, essi non smetteranno di far giungere alle tue orecchie la loro voce. Essi sono in te, non puoi nasconderli, non puoi metterli a tacere con atti sconsiderati di forza e virtù perché ciò che è scritto nel profondo non sbiadisce se ci si lava nel fiume.”

“Quale saggezza in queste parole, quale limpidezza in questa voce… ma tu non sai quanto sia difficile percorrere il sentiero di cui parli. Il cuore soffre nel buio della notte, sferzato dalle onde della tempesta l’animo si contorce e di paura cinge il collo sino a che il respiro non si riduce a un debole rantolo…”

“Come potrei illuminare la tua strada se prima io stesso non l’avessi percorsa?! Prima di te ho attraversato la stessa tempesta, pianto le stesse lacrime e abbracciato la stessa paura. Nonostante avessi ottenuto prestigio e onori da questa società ho dovuto riconoscere in me l’infezione che mai si sarebbe sanata grazie alle medicine di questa superficiale cultura. Ho dovuto accogliere la mia debolezza nonostante fossi già condottiero di questa e molte altre vite. Ho dovuto accettare che dentro di me mi sentivo niente più che sterco di vacca nonostante avessi domato molti tori e conquistato molte terre. Non è quello che ho letto che mi ha insegnato la strada ma quello che ho scritto conducendo il mio passo verso terre oscure. Io prima di te ho varcato le soglie che conducevano ai miei demoni, non pensare che non conosca la vergogna e la paura… come potrei mai insegnarti la giusta via se prima non l’avessi percorsa? Si può studiare un’intera vita tutti i sacri testi di questa terra. Scienza e religione indottrinano le menti ma non liberano i cuori. Nessun uomo può condurre qualcun altro se non dove si è spinto lui stesso. Diffida dai colti e dagli eruditi, essi conoscono la strada a memoria ma non l’hanno mai percorsa! Non sanno cosa significa non vedere se stessi nel denso aleggiare della bruma. Non sanno cosa vuol dire versare le proprie lacrime d’innanzi alla disperazione del vuoto. Non sanno cosa prova la fenice nel risorgere dalle proprie ceneri né l’uomo a rialzarsi sol grazie alle proprie forze.”

montiLe cicale avevano smesso di suonare. La notte profonda colorava di silenzio i picchi delle montagne su cui la grotta si affacciava. Solo il vento echeggiava fra le vette emettendo un sibilo che confondeva l’udito così come la mente. Il freddo pungente aveva oramai intorpidito il corpo e, l’unico calore, era quello del ricordo del fuoco che ardeva, oramai spento.

“Io sono te! Null’altro che la tua voce ha rotto questo silenzio! La tua difficoltà è la mia, la tua sofferenza la mia, la tua forza la mia! Non ti nascondere dietro le nostre differenze, esse sono il riverbero dei tuoi occhi, chiudili e impara a vedere oltre. Quando ho iniziato questo cammino non avevo alcun maestro a guidarmi se non la mia voce interiore. Se adesso mi trovo qui a parlarti è solo perché ho deciso di aiutare le persone come te, come me, ad ascoltarsi meglio. Quello che io ho vissuto è solo apparentemente diverso da quello che tu hai vissuto. Non ti lasciar ingannare dalle apparenti differenze, gli uomini sono tutti uomini! Possiamo percorrere un’infinità di strade ma solo due possono essere i luoghi a cui arriveremo. O arriviamo a noi stessi o non vi arriviamo. Non vi sono altre mete nella vita di un essere umano. Non è importante il lavoro che fai, se hai famiglia oppure no: queste sono differenze effimere per la vita. L’unica cosa che conta e che rende una vita diversa da un’altra è se sei riuscito ad essere ciò che sei o se ancora ti identifichi co ciò che credi di essere. Ciò che credi di essere è il risultato automatico e inconsapevole di ciò che hai fatto tuo vivendo. Ciò che sei è qualcosa che non dipende dalla tua vita, è la tua natura profonda, il tuo vero valore, la tua essenza. Se giungerai a te stesso ti renderai ben conto che il mio aiutarti è solo un aiutarmi perché la stessa vita che risiede in te è quella che mi appartiene. Così come le cellule del mio corpo non sono altro dal mio corpo, gli esseri umani non sono altro dall’umanità intera. Ogni giorno migliaia di cellule muoiono ma il corpo continua a vivere ed evolvere. Ogni cellula partecipa a un tutto di cui è espressione, ogni cellula è al contempo se stessa e il corpo intero. Nelle proprietà della cellula vi sono quelle del corpo e viceversa. La fisica ci insegna che ogni materia che conosciamo è costituita dalla stessa polvere da cui originano le stelle: diverse forme una sola sostanza, diversi uomini un solo spirito.”

“Non credere quindi che io non sappia cosa significa percorre questa strada con tutte le sue difficoltà, io già l’ho fatto e, se adesso son qui a parlare con te, è solo perché ho compreso che ciò che sono è il riflesso che scorgo nei tuoi occhi e che, solo riportando la luce in quegli occhi, vedrò brillare me stesso.”